Caricamento

la Madre

L'apice del "quarto" del Nutrimento: sostare in vetta

Particolare dal "Mandala delle 13 lune" illustrato da Sara Filippi Plotegher

L’archetipo della Madre “risuona” con l’apice energetico del ciclo annuale toccato con il solstizio d’estate.

Non è un archetipo facile, anzi attira un sacco di antipatie.

C’è chi non ha alcuna intenzione di assomigliare alla madonna. Qualcuna non avuto una madre, o non può avere figli, o è venuta al mondo da una madre terribile. Semplicemente c’è chi si rifiuta di farsi definire dalla sua funzione riproduttiva. L’idea della deformazione fisica della gravidanza o il terrore del parto accomunano molte. Per non parlare di chi, dopo anni di sacrifici, si trova incastrata in una scelta impossibile tra famiglia e carriera. O ancora chi, sentendo il diritto di averle entrambe, lotta quotidianamente con una fatica devastante.

La Madre ci confonde, ci provoca paura, rabbia, vergogna…

Eppure questo archetipo appartiene a tutte. Al di là dei figli biologici. Ha infatti davvero molto da dirci sulla creatività in generale, ma anche sull’economia e la società. Vale quindi la pena di esplorarlo nei cicli grandi e piccoli che attraversiamo in quanto femmine vaginodotate dalla nascita. Ma ha molto da insegnare anche a tuttɜ e a tutti.

L’ARCHETIPO DELLA MADRE NEL CERCHIO DELLA VITA

Nel grande cerchio della vita, il “quarto” governato dalla Madre è quello del Nutrimento.

Si tratta di una fase adulta: se il precedente “quarto” giovanile dell’Innocenza è stato vissuto nel giusto equilibrio tra libertà e protezione, in un contenimento sicuro che ha accompagnato il fiorire dei propri talenti e dell’amore di sé, la donna entra in una fase di espansione che la porta ad aprirsi a progetti che superano la propria persona. Può essere che questi progetti implichino il portare nel mondo nuovi esseri umani. Ma non è detto che l’iniziazione trasformativa del parto possa avvenire solo mettendo al mondo figliɜ.

Può accadere attraverso un impegno davvero appassionato in un lavoro creativo, soprattutto se l’unico modo per compierlo passa per territori inesplorati.

Dare alla luce quello che non esiste è un’esperienza magica, che sblocca una serie di competenze preziosissime a tutti i livelli:

  • saper sostare sulla porta al confine tra i mondi, traghettando verso il visibile quello che ancora non esiste,
  • imparare che il più delle volte non si può fare nulla per forzare il compimento,
  • prendersi cura, con totale fede e incredibile pazienza, di tutto ciò che germoglia (in sé, nelle persone amate o nei propri progetti),
  • permettere che la persona o il progetto cui abbiamo donato interamente noi stesse cammini verso strade impreviste e imprevedibili, a volte lontanissime dal progetto iniziale. E continuare a crederci.

La maternità biologica con la sua dirompente potenza iniziatica è una grande occasione per sbloccare queste qualità. Ma l’archetipo della Madre può abitare e ispirare ogni persona, con la sua enorme capacità di aprirsi per lasciar passare il nuovo attraverso di sé, di trasformarsi creando, di avere cura superando i confini del piccolo sé per un bene più grande, di avere a cuore il benessere delle generazioni future.

L’ARCHETIPO DELLA MADRE NELLA RUOTA DELL’ANNO

Attorno al solstizio d’estate la spinta vitale nel mondo naturale è al culmine: i fiori sono carichi di nettare, le api ronzano indaffarate, il tempo è propizio per il parto dei cuccioli di molte specie. Come recita una famosa canzone, nel tempo dell’estate è facile vivere. In natura l’abbondanza è a portata di mano, senza fatica.

Nei tempi antichi la luna piena del solstizio (Litha nel calendario celtico) con il suo magico equilibrio tra gli astri della notte e del giorno era considerata perfetta per celebrare le unioni matrimoniali (la radice di matrimonio è “mater”, madre appunto).

Dal punto di vista energetico il solstizio d’estate spinge ad uscire allo scoperto: è ora di dare frutto, di mostrarsi, di manifestare se stesse. Essere allo zenit, al culmine significa anche contattare il punto di svolta: la luce comincerà presto a diminuire. Celebrare il solstizio significa anche celebrare il seme dell’oscurità che in esso è contenuto. Nella massima manifestazione di una polarità si coglie e si accoglie la presenza di quella opposta.

Per chi canta questo ha molto senso: non c’è possibilità di raggiungere l’apice della tessitura in acuto senza un solido radicamento “in basso”, nelle gambe e nel bacino.

L’ARCHETIPO DELLA MADRE NEL MESE ORMONALE

Nel più breve ciclo mensile la Madre si situa al culmine della finestra fertile. Il favoloso cocktail ormonale ovulatorio ti rende più attrattiva (magari non te ne accorgi, ma sottilmente arriva a chi ti circonda) a livello visivo, olfattivo e vocale. Sei lucida, focalizzata e anche pronta a prenderti quello che desideri.

Hai un surplus di energie (che la natura ti mette a disposizione dato che, non si sa mai, potresti dover costruire dentro di te un nuovo essere umano da zero), che puoi canalizzare nella realizzazione di qualsiasi cosa.

Il tuo potere creativo è al top e sei nel momento più adatto per “sopportare” di essere vista in piena luce così come sei.

Lo stato di grazia, la naturale spinta a mettere a disposizione le tue energie e le tue idee, però, non sono “date” per sempre. Ci sarà un tempo che ti porterà a ritirarti e non ti sarà facile se non ti sarai concessa di manifestare te stessa e di celebrarti per averlo fatto. Il culmine (così come le soglie di passaggio da un tipo di energia vitale ad un’altra) ha bisogno di un qualche riconoscimento visibile, cerimoniale.

Il tempo della Madre apre alla visibilità, alle soddisfazioni, al riconoscimento dei propri meriti, alla gratificazione di agire la propria Chiamata, all’abbondanza e alla capacità di goderne. Ma non solo per questo celebrare la Madre è rivoluzionario.

I bisogni della diade madre-bambinə sono stati al centro della costruzione sociale ed economica in ogni civiltà pacifica vissuta e vivente sulla Terra. L’economia del dono è la più naturale nei popoli che onorano la Madre come nutrice cosmica.

Per non macchiarci di terricidio abbiamo bisogno di celebrare la Madre.

La Madre buona che ciascuna ha bisogno di essere per se stessa e per chi o ciò di cui si prende cura; la Madre che sostiene verso una meta imprevedibile; la Madre che accoglie e che scaccia danzando tra luce ed ombra, a seconda di ciò che è utile; la Madre che sa agire e che sa attendere; la Madre che sa fare spazio.

Figli biologici o no, ciascuna ha bisogno di incontrare la propria Madre interiore. E se colei che abbiamo attraversato per essere qui è stata un pessimo esempio, abbiamo necessità di recuperare, in qualche modo con pazienza e dolore il sentirci amate incondizionatamente. A prescindere dal nostro aspetto fisico, dallo stato di espressione dei nostri talenti, dalla loro qualità e direzione. A prescindere dal meritarcelo o meno. Sentirci amate senza condizioni ci consente di brillare, di mettere al mondo noi stesse, di nutrirci e di nutrire con un lavoro che amiamo.

IL “VIAGGIO” DELLE TREDICI LUNE SVELA ALTRETTANTI ARCHETIPI FEMMINILI. SONO ASPETTI DI TE, CHE CHIEDONO DI TROVARE SPAZIO E VOCE. SONO STATI PROPOSTI IN UNA “RUOTA DI MEDICINA” DA ELIZABETH DAVIS E CAROL LEONARD NEL LIBRO “THE CIRCLE OF LIFE” (ED CELESTIAL ARTS). L’ARTISTA SARA FILIPPI PLOTEGHER HA COLLABORATO CON ME PER DARE FORMA VISIVA A QUESTO VIAGGIO.
LA PROPOSTA “TI PARLA” E VUOI APPROFONDIRLA CON UN LAVORO PERSONALE?
CLICCA QUI!
TOP